
L’etimologia rimanda all’arabo “giulab”, acqua di rose, ma anche al latino medievale “gileppus”, (gileppo aromatico). Si racconta che in occasione delle nozze di Alfonso d’Aragona, duca di Bisceglie, e Lucrezia Borgia, le clarisse del Monastero S. Luigi sfornarono per la prima volta un dolce gradevole, degno dei reali, ripieno di crema o di marmellata e ricoperto di giuleppe. Si attendeva l’arrivo della “duchessa” nella sua città, ma l’attesa fu lunga e inutile, in quanto Lucrezia non vi si recò. I nobili della città sospirarono tanto per la mancata venuta e il “dolce di nozze” divenne da quel momento “il Sospiro”. Per la loro preparazione, prima si separano i tuorli delle uova dall’albume che, vengono sbattuti entrambi separatamente, ben bene in un tegame di rame.
Con l’aggiunta di ottima farina e poco zucchero si forma un impasto, che viene ben lavorato fino a renderlo pasta molle. L’impasto messo in cono di stoffa, forma i sospiri che, dopo essere stati infornati, vengono riempiti di crema e rivestiti di naspro (giuleppe), fatto con albume battuto, zucchero e scorza di limone.
Tratto da: www.prolocobisceglie.it
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